LIA – Libri Italiani Accessibili

Dopo molti annunci, è finalmente andata online “LIA, la vetrina di ebook accessibili pensati per le persone non vedenti e ipovedenti”. Era legittimo chiedersi cosa fossero i libri italiani accessibili, poiché né la nazionalità italiana né “libro accessibile” fornivano un qualche indizio sulla natura di questi libri.

Ora, dopo la messa in onda, regna lo stesso la confusione: non si riesce a capire in cosa consista il servizio LIA. A prima vista, il sito si presenta come un espositore di libri in formato epub, la cui unica differenza con i normali epub disponibili online in innumerevoli store sembra essere l’apposizione di una specie di certificazione di accessibilità denominata “bollino LIA”.

In effetti, nella scheda di ciascun libro è presente un link “Leggi le caratteristiche di accessibilità del libro – Bollino LIA” che rimanda a un testo in cui vengono presentate queste caratteristiche. Sembrerebbe un lavoro fatto a colpi di copia/incolla, poiché il testo presentato è lo stesso per tutti i libri (confesso di non averli guardati tutti, magari qualcuno è leggermente diverso).

Il testo della “certificazione” è perlomeno generico: il libro è certificato quando

  • Contiene un indice dei contenuti che permette l’accesso diretto a tutti i capitoli del testo tramite link. I titoli sono identificati come tali per favorire la navigazione.
  • Il contenuto segue un ordine di lettura logico e corretto. I rimandi di nota sono linkati e consentono di accedere alle note e ai siti esterni, se presenti.
  • Immagini, grafici, tabelle (e tutti gli altri contenuti non testuali) hanno una descrizione alternativa breve.
  • Permette l’ingrandimento dei caratteri del testo e la modifica dei colori e dei contrasti per il testo e lo sfondo.
  • Questo eBook è stato certificato accessibile da LIA

Questo eBook è certificato accessibile da LIA come? Con quali criteri? Chi sono i certificatori? Non è dato di saperlo. Così come sembrano piuttosto scontati i parametri di valutazione (il minimo dei minimi, un qualsiasi epub validato da chiunque ha quelle caratteristiche e trattandosi in massima parte di romanzi o saggistica appare piuttosto remota l’ipotesi che in essi siano presenti immagini da dotare di testo alternativo). Inoltre, “I titoli sono identificati come tali”. D’accordo, il corretto uso degli elementi <h> sicuramente aiuta la navigazione, ma siete sicuri che inserire dei titoli in ordine gerarchico sparso e casuale, basta che ci siano, sia utile a qualcuno?

La “vetrina” sembrerebbe dedicata soltanto a questo: selezionare nella vastità degli epub disponibili sul mercato alcuni titoli scelti e valutati accessibili da qualcuno non si sa chi e come, e rimandare a store esterni per l’acquisto degli stessi. Sì, avete capito bene, bisogna usare due carrelli elettronici: prima quello del sito LIA, dove si selezionano i libri desiderati, e poi quello dello store esterno per effettuare l’acquisto vero e proprio. Siamo davvero sicuri che questo sia un aiuto per chi non ci vede o ha gravi problemi di vista? Non era già abbastanza complicato dover affrontare un carrello? No, due. Potrebbe essere complicato per chiunque, ma per chi utilizza uno screen reader lo è il doppio: effettua l’acquisto in un sito, poi deve anche essere in grado di continuare l’operazione con un’interfaccia utente completamente diversa e su un sito dove probabilmente l’accessibilità non è stata prevista. E dopo questa inutile fatica, se per caso l’utente torna sul sito LIA per fare un altro acquisto, può incorrere in un’altra brutta sorpresa: il carrello non si svuota dopo l’acquisto precedente, e così è facile ripetere l’acquisto del libro già comprato (ricordo che stiamo parlando di navigazione con screen reader). Francamente, sfugge quale sia il vantaggio nell’utilizzare questa beffarda procedura. Senza dimenticare che è richiesta, ovviamente, una doppia registrazione: mentre capisco che il sito su cui si effettua l’acquisto chieda di registrarsi, mi sfugge per quale motivo sia necessario registrarsi anche su LIA, che fa solo da ponte fra i link. Quindi, due registrazioni e due carrelli.

Le informazioni nel sito LIA comunicano che il “bollino” dovrebbe essere visibile anche sugli store esterni, ma non sono riuscito a riscontrare questa affermazione: a me pare proprio che sui due store destinatari dell’acquisto vero e proprio (Book Republic e Ultima Books) non ci sia alcun bollino, così come non ho trovato alcuna informazione riguardo il bollino LIA o l’accessibilità né nelle schede dei libri né nelle pagine di help o informative.

Si potrebbe pensare legittimamente che però almeno così si possa disporre di una piattaforma accessibile da cui iniziare il percorso di ricerca ed acquisto del libro elettronico desiderato. Ma anche qui si va presto delusi: pensate che il sito sia accessibile a norma 04/2004? No, nemmeno questo. È probabilmente utilizzabile con uno screen reader (utilizzabile, non accessibile), mentre per un utente ipovedente è senza dubbio di difficile o impossibile utilizzo. Il layout predisposto non è flessibile, e già a 800×600 senza alcun ingrandimento del carattere diventa inutilizzabile per chiunque.

Il sito LIA a 800x600 dimensione del carattere standard è inutilizzabile.
Il sito LIA a 800×600 dimensione del carattere standard è inutilizzabile.

Per quale motivo LIA – Libri Italiani Accessibili è stato realizzato in questo modo? Se qualcuno ha qualche ipotesi o informazione ulteriore, si faccia avanti…

Ulteriori approfondimenti su sito esterno:

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Categorie: Libri

Livio Mondini

La mia esperienza informatica inizia tanto tempo fa, c'era una volta Windows per il 386, Pagemaker 1.03, il DTP, il Mac costava troppo. La mia prima realizzazione editoriale è stata un volume sul Commodore 64, con Word 3 che sulla mia Apple LaserWriter non gestiva le lettere accentate. Un delirio. Da allora è passato tantissimo tempo, in tempo informatico un'eternità, e anche io sono cambiato. Da almeno dieci anni mi occupo di didattica, per strutture commerciali e no profit. I libri, di carta ed elettronici, vengono come naturale evoluzione: non trovavo documentazione adatta, e ho cominciato a produrre i manuali dei corsi autonomamente. Dopo un periodo nell'assistenza tecnica per le reti (sono certificato Apple e Novell), ho deciso di tornare a occuparmi principalmente di libri, e ho realizzato le versioni italiane di numerosi manuali, soprattutto riguardo il Web e gli strumenti che gli competono. Da qui al cross media il salto è breve, e l'accessibilità una scelta di progetto e di vita, senza limitarsi al Web.