Sono tre le principali aree in cui le tecnologie possono migliorare le condizioni dei disabili: nella prevenzione di malformazioni genetiche, nella riabilitazione e nel raggiungimento della piena inclusione sociale. Le cosiddette tecnologie assistive possono, infatti, compensare specifiche disabilità, innate o acquis ite, e sono ampiamente utilizzate come uno strumento riabilitativo e di compensazione delle abilità residue.
I PC, fin dalla loro comparsa, sono state macchine versatili e capaci di adattarsi a specifiche esigenze. Superfluo sottolineare il cambiamento prodotto nella qualità della vita di molte persone disabili che molto spesso hanno solo bisogno di strumenti adatti per sopperire ad un deficit.
Se queste persone hanno ausili adeguati per superare il loro deficit, usare un computer diventa facile; anzi, con il PC si vengono a dissolvere le barriere di esclusione e di differenziazione che si formano intorno ai disabili.
L’avvento del personal computer – e la realizzazione di software e hardware specifici – ha dato ad ognuno la modalità più consona alle proprie possibilità per accedere ad uno strumento che ha rappresentato un salto in avanti nella scuola, nel lavoro, nel tempo libero e, in generale, nell’accesso all’informazione e alla cultura.
Ormai da più di quindici anni si creano diversi tipi di ausili, hardware o software, capaci di fornire aiuto sia nel campo riabilitativo sia nell’accesso al computer. All’inizio gli ausili erano “rudimentali”, semplici realizzazioni che lasciavano sperare nel futuro ma che non risolvevano definitivamente i problemi; oggi, gli ausili sono diventati apparecchiature o programmi sofisticati, in grado di risolvere con successo anche i problemi delle persone con gravi difficoltà.
Ci sono, ad esempio, ausili in grado di controllare un intero appartamento – luci, televisione, porte, finestre o altro – e che permettono a disabili motori gravi di gestire autonomamente, in modo intelligente, la propria casa. Altri che consentono a persone non vedenti o ipovedenti una notevole autonomia nella gestione di un PC, mettendole in grado di utilizzare i programmi oggi più diffusi.
Una distinzione importante va fatta tra l’uso dell’elaboratore per la disabilità prevalentemente fisico/sensoriale e per quello che, genericamente, viene definito come ritardo mentale o disabilità intellettiva.
Nel caso di disabilità fisico/sensoriale il computer è un ausilio che consente di svolgere alcune funzioni che altrimenti sarebbero precluse, una sorta di protesi che permette di sopperire ad una funzione organica compromessa (strumento per migliorare l’accessibilità e aumentare l’autonomia). La verifica dell’utilità e la validità dell’ausilio sono date semplicemente dal criterio di funzionalità, direttamente accertabile dall’utente finale.
In situazioni di ritardo mentale, è invece chi assiste il disabile che deve servirsi dell’ausilio per interagire con lui (strumento di riabilitazione). Per far questo egli deve essere in grado di gestire e adattare l’ausilio al proprio progetto: obiettivi, contenuti, linguaggio, tempi e verifiche. In tale situazione diventa essenziale la scelta del software e delle modalità di utilizzo.

 

Tecnologie diverse per soluzioni diverse

L’uso del computer e l’accesso a Internet non sono preclusi a chi soffre di patologie motorie o visive. Per ognuna di queste disabilità esiste un ausilio specifico, uno strumento capace, ad esempio, di agevolare i movimenti o migliorare la visione dello schermo. Meno di due secoli fa Louis Braille inventò il sistema di scrittura per i ciechi. Fu una rivoluzione: grazie al linguaggio braille è stata possibile l’alfabetizzazione dei non vedenti. Ma l’uso del braille cartaceo presenta ormai dei limiti oggettivi: è piuttosto costoso, e soprattutto ingombrante. Il computer e le nuove tecnologie aiutano i disabili a superare questi limiti: un display braille, una stampante braille, un computer parlante e un lettore di CD-ROM possono agevolmente risolvere molti problemi.
Le disabilità sensoriali riguardano principalmente gli ipovedenti e i non vedenti. La distinzione è importante perché, mentre gli ipovedenti usano il monitor con accorgimenti particolari, come l’ingrandimento dei caratteri o il forte contrasto dei colori per evidenziare i testi, i non vedenti hanno bisogno di supporti esterni. I primi non riescono a coordinare i movimenti occhio- mano (quelli che guidano il mouse), a riconoscere immagini più complesse sullo schermo, a leggere testi scritti in modo non chiaro; i secondi invece hanno bisogno di uno strumento che traduca i segni raffigurati sullo schermo in un codice a loro comprensibile.
Coloro che hanno problemi all’udito, invece, possono essere in grado di ascoltare una parte dei suoni, ma non riuscire a riconoscere alcune parole. Per queste persone può essere un problema utilizzare un computer che manda avvisi sonori o messaggi parlati.
Altri possono avere difficoltà o impedimento completo del movimento delle braccia o scarsa coordinazione dei movimenti dovuta a malattie come il morbo di Parkinson. In questo caso, è un problema puntare il mouse nella direzione giusta, ma anche utilizzare la tastiera può essere complicato: chi ha scarso controllo dei propri muscoli trova difficile, per esempio, premere due tasti contemporaneamente (come è necessario per scrivere “@”). Chi soffre, invece, di disturbi cognitivi o del linguaggio (per esempio la dislessia), ha difficoltà nel ricordare, nel risolvere semplici problemi, nello scegliere e riconoscere le parole che compaiono sullo schermo, ma anche nello scriverle. Le nuove tecnologie cercano di risolvere queste difficoltà in vari modi.

Per i non vedenti:
Schermo tattile: è un dispositivo costituito da celle che si compongono di otto elementi. Questi element i si sollevano o si abbassano per riprodurre i diversi caratteri braille, dopo aver letto il testo sul computer riga per riga.
Tastiera braille: è una speciale tastiera che contiene sei pulsanti corrispondenti ai sei caratteri alla base dell’alfabeto braille, e altri pulsanti che permettono diverse funzioni.
Stampante braille: utilizzando un programma di conversione del testo, questa macchina consente la stampa direttamente in braille.
Riconoscimento e sintesi vocale: si tratta di programmi che permettono di dare qualunque tipo di comando al computer attraverso la voce, oppure che “leggono” e traducono i testi presenti nel PC in suoni e parole.

Per chi ha problemi di utilizzo delle mani e delle braccia o di coordinamento dei movimenti:
Il proteggitastiera è un dispositivo in plastica che copre la tastiera e che isola i tasti l’uno dall’altro, in modo che nello scrivere non ne venga premuto più di uno contemporaneamente, o che comunque sia più agevole individuare il tasto che si vuole usare.
Il supporto per i polsi è utile a chi non ha problemi con le mani, ma ha difficoltà nel tenere troppo tempo sospeso il braccio nello scrivere.
Le aste per bocca, frontali (applicate sulla fronte) o “mentoniane” (applicate cioè sul mento) permettono di premere i tasti del computer guidando i movimenti dell’asta stessa con la bocca o con il movimento della testa.

Per i disabili cognitivi tastiere semplificate, schermi tattili e software didattici agevolano l’interazione con il PC e la riabilitazione.