Lo stile autoriale

[Nota 1] A proposito della questione dello stile autoriale, esiste una discussione precedente molto istruttiva nella Guida allo stile per gli ipertesti in linea presso il W3C, con particolare riferimento a Non formattare per un particolare browser ed Evitare di parlare della meccanica.

Dopo tutto, l’autore di un libro normalmente non cerca di spiegare al lettore come leggerlo, con quale luce illuminarlo, come usare l’inserto pieghevole, ecc., a meno che non vi sia una ragione molto speciale per fare ciò. Dovreste partire dal presupposto che quest’ultimo sappia già come fare, o che abbia la libertà di scegliere da solo, non vi sembra? Vi chiederei perciò cortesemente di non trattare con sufficienza i vostri lettori dando per scontato che non sappiano come usare il loro stesso browser.

Mentre è vero che in un’epoca di crescita esplosiva del Web molti lettori possono essere dei novellini e non sentirsi forse ancora pienamente familiari con il loro browser, il vostro articolo sui funghi selvatici non diventerà migliore per essersi trasformato nell’ennesima guida all’uso del browser. Se la vostra pagina richiede qualche requisito particolare, vi consiglierei dunque di menzionare educatamente quale browser possiede caratteristiche tali da soddisfare quei requisiti speciali; ma non dimenticate che i vostri lettori potrebbero non servirsi del medesimo browser/piattaforma che voi adoperate, e se cercate di dir loro come si usa il vostro browser, rischierete davvero di confonderli.

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Categorie: Le basi

Michele Diodati

Sarò breve. Nabbi... o nacqui - scegliete la forma che preferite - a Caserta nel 1964. (... E questa è una delle pochissime volte che la città di Caserta viene nominata senza alcun riferimento ad attività criminali e fatti di camorra.) Di padre medico e madre insegnante, ho seguito studi filosofici, laureandomi a Napoli nel 1989. Dal 1989 al 1991 ho vissuto a Milano, svolgendo i lavori più disparati: da impiegato in una cartiera, fallita dopo tre mesi - non per colpa mia - a banconiere in un negozio di frullati in Corso Buenos Aires, fino ad agente immobiliare in un cantiere di Noviglio. Per la maggior parte del tempo però ho lavorato come professore itinerante: italiano, latino, greco e filosofia a domicilio, per studenti con qualche brutto voto da cancellare. I miei primi approcci con l'informatica sono datati 1984, anno in cui comprai un Commodore 64 ed imparai i primi rudimenti del Basic. Al 1993 risalgono i primi guadagni ottenuti per mezzo di strumenti informatici (manifesti pubblicitari e disegni per specchi, realizzati con CorelDRAW 3.0). Da gennaio 1996 risiedo a Roma, città nella quale ho trovato - oltre ad un inquinamento e ad un traffico micidiali - anche numerose e importanti occasioni di lavoro e di crescita professionale, nonché un patrimonio artistico e culturale inimitabile, che non basterebbe una vita intera per conoscere completamente e che mi fa sentire ricco, nonostante le tasse che quest'anno mi tocca pagare! Sono sposato felicemente (ma sì, vah...) dal 1997. Per ora purtroppo non abbiamo figli bipedi, ma da agosto 1999 abbiamo una bellissima figlia quadrupede, forse un po' scura di carnagione ma affettuosissima: è Smilla, una cagnolina abbandonata dai soliti stronzi - scusate, non ho trovato termine migliore! - su una montagna nei pressi di Frosolone, in Molise. Ci imbattemmo in lei durante una passeggiata e ci chiese cortesemente, ma fermamente, di adottarla. Così abbiamo fatto e da allora siamo inseparabili!