Giorno 1 – Jackie

Giorno 1: Jackie

Jacquelin, ovvero Jackie, vive con sua madre a Park Ridge, Illinois, fuori Chicago. Ha 19 anni, è diplomata , ed è studentessa in una scuola normale. Questo anche perchè ha una insegnante privata che la aiuta, ma soprattutto perchè studia diligentemente e legge voracemente. Ha tutti i testi su audiocassetta, che ascolta con uno speciale riproduttore che legge ad una velocità 3 volte quella normale, con minime distorsioni. Jackie è cieca da 8 anni.

Non essendo nata cieca, Jackie capisce concetti visivi quale il colore e ne parla con la mamma come cose che erano nella sua vita di ‘prima’.  L’unica cosa di cui non parla è l’incidente d’auto nel quale morì suo padre e lasciò lei cieca; viene solo riferito indirettamente dalla preposizioni “prima” e “dopo” . “Questo è verde come la parete del soggiorno, prima.”  “Assomiglia a quella maglietta rosa che hai indossato prima, solo un pò più chiara.” E così via.

Jackie è indietro di due anni, a scuola, a causa delle difficoltà insorte dopo l’incidente ed il suo lento adeguamento alla sua nuova condizione. Ques’autunno andrà all’Università di Chicago per un corso di letteratura comparativa. E’ molto eccitata da questo evento, sia perchè spera di fare nuove amici, sia perchè potrà fare la maggior parte dei suoi compiti via internet: leggere il calendario di classe, consegnare gli elaborati, e poter inviare, in tempo reale, messaggi ai professori e ai compagni. Ha pochi amici delle superiori; passa la gran parte del suo tempo con la mamma ed il resto online.

Spende oltre $300 al mese in audiolibri, musica e la solita pletora di  stupidi gadget. La maggior parte dei suoi audiolibri sono su cassetta, anche se trova sempre di più materiale interessante da prelevare in rete,  pronto per essere letto dal suo lettore di ebook.  Musica su CD, e gadgets, gadgets, gadgets, tutto da negozi on line.

Non tanto perchè fare acquisti online sia facile, quanto di sicuro anni luce più semplice che prendere il treno per il centro commerciale più vicino e cercare di attirare l’attenzione di un venditore. Inoltre acquistare online è qualcosa che può fare senza il suo cane guida Arthur. Non gli piace Arthur; non è così bravo come i suoi predecessori, Lancelot e Guinevere, che, entrambi ormai più anziani, vivono con lei e la mamma ma non le fanno più da cane-guida. Li riconosce dal collare; liscio quello di Arthur, chiodato quello di Lancelot. E scanalato quello di Guinevere.

Come la maggior parte dei ciechi, Jackie conosce poco il braille. Ha una etichettatrice braille per i suoi CD, ma non può leggere i libri in braille, perchè scritti in Braille livello 2, che non ha mai imparato. Quando è online usa l’ultima versione di JAWS, un lettore di schermo integrato in Internet Explorer per Windows. JAWS usa un sistema avanzato  di sintesi vocale per leggere pagine web. Dispone anche di una fantasiosa serie di scorciatoie da tastiera per navigare nei siti: tutte imparate a memoria da Jackie. Può leggere siti ben progettati anche più velocemente di quanto possa ’leggere’ gli audiolibri.  

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Franco Carcillo

Sono nato (1956) e vivo a Torino.  Da oltre 26 anni lavoro ('da sempre') presso il Comune di Torino, presso il Sistema Informativo. Mi occupo di web.  Sono infatti Direttore Responsabile dei siti internet della Città, sin dalla loro nascita, nel 1994. Prima del 1994 mi sono occupato di informatica gestionale classica, anche se in ambiente distribuito (mini e pc, sin dal loro apparire nella Civica Amministrazione).  Negli anni 80 mi sono appassionato, nel tempo libero, di telematica.  Mio è stato il primo nodo della rete Fidonet in Torino città (Fido_Torino e  TO_news) nel 1987.  Sono stato anche coordinatore nazionale della rete amatoriale, anche se solo per 6 mesi. Poi ho abbandonato:  troppe le pressioni intorno a quello che doveva essere, alla fine, un semplice hobby. Quando non ci si diverte più, meglio spegnere. Ma la passione telematica è rimasta.  Ed ecco che ho tenuto ogni settimana (sino alla chiusura del giornale!) la prima rubrica di telematica pubblicata  su un quotidiano italiano "StampaSera"; a quei tempi di internet se ne parlava vagheggiandola nei meandri universitari e militari americani. Ho pubblicato il primo speciale pubblicato in Italia riguardante i bbs su BIT della Jackson;  ho collaborato, con altre riviste, tra cui PCWORLD dove ho avuto per lungo tempo una rubrica fissa. Di interner e dei siti, che dire? C'è ancora tanta strada da percorrere: l'accessibilità ne è un'esempio. Ma anche rendere i siti davvero fruibili così come far 'trovare' la montagna di informazioni memorizzate tra le pagine, sono sfide  non da poco. Vi pare? All'Università di Torino, quest'anno, molti studenti hanno partecipato, interessatissimi, ad un mio breve seminario su 'Progettare siti web per la Pubblica Amministrazione, la sfida dell'accessibiltià e usabilità'.  E' stupefacente notare come le persone che usano tutti i giorni la rete e a cui spieghi come e perchè i siti non sono nè usabili nè accessibili si rendano immediatamente conto e capiscano: quasi un velo, un sipario sia stato loro svelato. Ecco perchè ho deciso di tradurre 'Dive into accessibility':  perchè affrontare l'accessibilità non è così difficile. Certo nei siti mastodontici le operazioni possono essere lunghe, ma non vi sono più scuse per partire con nuovi progetti 'alla cieca'.