Web semantico: un nuovo vecchio web

Navighiamo, ci informiamo, recuperiamo, usiamo, percepiamo, viviamo il World Wide Web attuale come una realtà compiuta, come se fosse sempre stato così e dunque ci immaginiamo che anche nella mente del suo ideatore originale il web sia stato pensato così, ma questo è davvero sbagliato.

Il World Wide Web che noi tutti conosciamo è solo una malsana evoluzione dell’idea originale che ci ha portato ad un web ?navigato? che si distingue nei suoi vari siti per aspetti grafici, strutturali e informativi.

In realtà, il web originale era stato pensato [1] per essere un semplice sistema di documentazione ipertestuale, dove ogni informazione fosse contenuta in una pagina e poi relazionata tramite i link secondo un meccanismo relazionale molto semplice, secondo il quale una pagina descriveva l’informazione contenuta in un altra, mentre un altra ancora si riferiva ad un altro documento, una ulteriore pagina unificava il concetto di altre tre, e così via.

[1] http://www.w3.org/History/1989/proposal.html

Questo web originale era molto caotico e poco lineare, ma relazionava le informazioni (identificate univocamente con gli URI) secondo i principi propri della mente umana, che come ben sappiamo non ragiona a specializzazione (navigazione a cascata), come molti siti attuali bensì ad associazioni di informazioni.

Purtroppo (o per fortuna, per gli utenti) di questo web originale si sono quasi perse tutte le tracce lasciando il compito di riordinare le informazioni sulla logica delle pagine ai vari web master, senza dargli alcun reale significato.

Il risultato di questo orientamento è stato che tra il miliardo di pagine del web di oggi, la possibilità di trovare al primo tentativo l’informazione ricercata spesso è statisticamente nulla.

Ma perché non riusciamo più a ritrovare le informazioni nel mare del web?

La ragione è molto semplice: usiamo dei programmi per identificare e recuperare tali informazioni, ma le informazioni oggi come oggi, dal punto di vista di quei programmi (i motori di ricerca), non hanno più un significato compiuto, sono tutte uguali, tutte mal organizzate.

La soluzione: dare all’informazione un significato compiuto.

La nuova vecchia idea di Tim, since 1994

Era il 1994, e si stava ancora costituendo il W3C quando Tim Berners Lee rifletteva già sul dare un senso compiuto a ogni informazione presente sul web. Nella storica conferenza internazionale del WWW al CERN di Ginevra, Tim illustrò la sua visione (molto condivisa) del futuro del web e del W3C, ed introdusse un nuovo concetto che a sua veduta sarebbe stato alle basi della diffusione di massa del web.

L’esigenza di semantica nel web

(The Need for Semantics in the Web, TNSW)

Immediatamente molte delle migliori menti del W3C compreserò le potenzialità di quel concetto e si misero all’opera indipendentemente da tutte le altre iniziative del W3C per poter concretizzare quella seconda geniale intuizione dell’ideatore del web.

Questo lavoro si concretizzo nel 1997, quando in modo non del tutto ufficiale si costituì il piccolo gruppo di lavoro che iniziò a lavorare sul metalinguaggio chiamato XML che in seguito sarebbe stato alla base di tutti i futuri linguaggi del W3C. Chiaramente, il tutto rientrava perfettamente nella visione del semantic web e voleva creare l’infrastruttura progettuale (XML) che ne avrebbe in seguito permesso la creazione.

Nel 2001 Tim Berners Lee in un intervista a Scientific American illustrò chiaramente il futuro del web e coniò il termine ?Semantic Web? descrivendolo come:

? Il Web Semantico è un estensione del web corrente, dove ogni informazioni è già autodefinita, questo abilita la possibilità che i computer e gli utenti lavorino in cooperazione ?

Subito venne presentato ufficialmente il gruppo di lavoro che si sarebbe occupato del semantic web e il W3C iniziò ufficialmente a lavorare su questa futura visione del web.

La visione del Web Semantico

Il semantic web voleva essere progettato e strutturato in modo che ogni informazione fosse identificata da un URI preciso (un URI è un URL pensato per fungere da identificatore univoco) e che quest’informazione fosse strutturata con dei linguaggi XML che ne descrivessero il significato tramite delle ontologie definite (degli schemi logici) organizzate su degli schemi strutturali.

Questo sembra complicatissimo, ma detto in parole più semplici si intende che ogni informazione sarà mappata a propria ontologia e inserita in un contesto che la relazioni ad altre ontologie, in modo da creare delle relazioni logiche che permettano, per esempio, di distinguere il significato della parola ?albero? in un contesto di ?navigazione web? rispetto a ?albero? in un contesto di ?ambiente naturale?, ovvero di essere comprensibilmente diversa per qualunque programma semantico.

Grazie a questo tipo di strutturazione (ben spiegata in questa presentazione ) si può immaginare che ogni informazione futura presente sul web avrà un significato compiuto in un certo contesto o spazio logico, secondo il meccanismo di associazione delle informazioni proprio della mente umana.

Delle potenzialità incredibili

Questo nuovo web ci preannuncia delle potenzialità incredibili. In una recente intervista a Tim Berners Lee viene presentato un esempio molto chiarificatore: data una fotografia, scattata in un certo giorno in una determinata località, e un’altra associata ad un codice di avviamento postale, il motore semantico potrà dedurre con precisione che le due fotografie sono in relazione per la data e capirà che in quel giorno siamo stati in quella nazione e in quella città in maniera del tutto automatica.

Oltre al mondo delle informazioni pure, il semantic web tratterà anche il mondo dei servizi web (Web Services), applicazioni online che forniscono piccoli servizi su interfacce di comunicazioni standardizzate e basate su XML. Con i Web Services e tutte le informazioni semanticizzate i futuri programmi semantici potrano, data una richiesta del tipo ?desidero andare in vacanza a Roma dal 2 al 15 agosto?, proporci in automatico alcune proposte complete di viaggio, albergo, itinerari e costi in valuta locale con tanto di pulsante ?riserva il viaggio?.

Per concludere (o iniziare)

Il Semantic Web sarà sicuramente una rivoluzione per il mondo del Web attuale, ma purtroppo per sviluppare bene queste tecnologie e applicarle globalmente ci vorranno diversi anni (Tim Berners Lee parla di circa 10 anni) nei quali le aziende dovranno iniziare a integrare queste future possibilità nei loro programmi.

Nel frattempo, sarebbe bene iniziare a introdursi in questo complesso ma fantastico mondo del Semantic Web e dei linguaggi XML, comprendendo anche che linguaggi come XHTML in fondo possiedono già una semantica base nelle loro strutture e che sarebbe bene già da oggi sfruttare correttamente queste ultime.

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Luca Mascaro

Luca Mascaro è uno User Experience Architect che si occupa da anni della progettazione di interfacce utente e dell'esperienza utente su piattaforme software web e multimediali. Dirige la SketchIn, un azienda che si occupa di progettazione e consulenza strategica sulla user experience ed è CTO di una software house, la Phiware Engineering. Attualmente fa parte di diversi associazioni internazionali tra cui l'IWA/HWG, l'ACM, l'UPA e l'IOSHI di cui è presidente. Partecipa a gruppi di lavoro del W3C (HTML, WCAG, Web Application e Device Indipendence) e dell'ISO (Software Ergonomics) in ambito di interazione e interfacce.